Il tasso di interesse applicato al mutuo a tasso fisso, ovvero il tasso nominale,è dato dalla somma tra l’indice di riferimento per questo tipo di prestito, ovvero l’Irs (o Eurirs), e lo spread, cioè la maggiorazione applicata dalla banca come suo margine di guadagno.
Una volta stabilito il loro valore in sede di contratto di mutuo, entrambi resteranno invariati fino alla fine del mutuo, quindi anche il tasso d’interesse rimarrà fisso.
Se lo spread viene stabilito dal singolo istituto bancario, l’Irs viene invece determinato quotidianamente dalla Federazione bancaria europea, in base alle attese dei mercati finanziari.
Non esiste un unico tasso Irs, ma va scelto quello relativo alla lunghezza del singolo mutuo casa: per un finanziamento di 5 anni, la banca considererà l'Irs 5 anni, per un finanziamento di 20 anni l’Irs 20 anni. Esistono Irs per tutte le durate principali, da 1 a 50 anni.
Riepilogando, quindi, un mutuo che dura 15 anni avrà un tasso d’interesse composto da Irs 15 anni + spread, mentre uno che dura 30 anni avrà un tasso composto da Irs 30 anni + spread, e così via.
Oltre al tasso d’interesse, va scelto il tipo di rata mensile, che può essere costante, crescente o decrescente.
Ogni rata formata è sempre da una quota capitale e da una quota interessi, in proporzione variabile a seconda dei casi, ma è importante ribadire che tutti gli importi vengono definiti fin dall’inizio del mutuo.
La rata costante è di gran lunga la più diffusa, secondo il piano di ammortamento “alla francese”: nel caso di un mutuo a tasso fisso e rata costante la somma da restituire alla banca viene divisa in importi mensili tutti uguali, con la quota capitale che cresce progressivamente, mentre la quota interessi diminuisce di conseguenza.
La rata decrescente, o “all’italiana”, è invece data da una quota capitale costante e da una quota interessi che diminuisce al passare del tempo.
La rata crescente, infine, prevede un importo in aumento sulla base di scadenze stabilite per contratto.